giovedì 29 marzo 2012

Krishnamurti: Il Bisogno di Sicurezza


Il piccolo ruscello scorreva molto dolcemente vicino al sentie­ro che serpeggiava tutt’intorno alle risaie, pieno di fiori di loto di un viola scuro e dai cuori dorati, che galleggiavano sull’ac­qua. Il profumo restava accanto a essi ed erano molto belli. Il cielo era coperto: stava cominciando a piovigginare e fra le nubi tuonava. Il fulmine era ancora lontano, ma si stava avvi­cinando all’albero sotto cui ci riparavamo. Cominciò a piovere forte e le gocce d’acqua si accumulavano sulle foglie di loto. Quando si fecero troppo grandi scivolarono dalle foglie, solamente per formarsi un’altra volta. Il fulmine adesso era sopra l’albero e il bestiame spaventato tirava le funi. Un vi­tello nero, fradicio e tremante, si lamentava pietosamente; strappò la sua corda e corse verso una capanna lì vicino. I fio­ri di loto si chiudevano saldamente, serrando i loro cuori dorati contro l’oscurità crescente; per raggiungerli uno avrebbe dovuto strappare i petali viola. 

Sarebbero rimasti saldamente chiusi sino all’arrivo del sole. Erano molto belli anche nel loro sonno. Il lampo si muoveva verso la città. Era veramente buio ora, e a stento si poteva udire il mormorio del ruscello. Il sen­tiero ci portò oltre il villaggio, alla strada che ci ricondusse alla città chiassosa.

Era un giovane di oltre vent’anni; era ben nutrito, aveva viag­giato un po’ e aveva studiato all’università. Era nervoso e nei suoi occhi c’era inquietudine. Era tardi, ma voleva parlare; voleva che qualcuno esaminasse la sua mente per lui. Si espose con molta semplicità, senza esitazione o pretesa alcuna. Il suo problema era chiaro, ma non a lui, che brancolava qua e là.

Non ascoltiamo e non scopriamo «ciò che è». Affibbiamo le nostre idee e opinioni a un altro, cercando di imporgli la struttura del nostro pensiero. I nostri pensieri e i nostri giudizi sono per noi molto più importanti che scoprire «ciò che è». Il «ciò che è» è sempre semplice. Siamo noi a essere complicati. Rendiamo il semplice, il «ciò che è», complicato e ci perdiamo in esso. Ascoltiamo unicamente il chiasso crescente della nostra confusione. Per ascoltare dobbiamo essere liberi. Non è che non debbano esserci distrazioni, dato che lo stesso pensare è una forma di distrazione. Dobbiamo essere liberi per stare in silenzio, e solo allora è possibile ascoltare.

Diceva che appena andava a dormire gli accadeva di mettersi a sedere sul letto con un attacco di ansia pura. In quei momenti la stanza perdeva le sue proporzioni; i muri si appiattivano; soffitto e pavimento sparivano. Ed egli, in preda alla paura, sudava. La cosa andava avanti da parecchi anni.

Di che cosa ha paura?

«Non lo so; ma quando mi sveglio spaventato, vado da mia sorella, o da mio padre e mia madre e, per calmarmi, parliamo un po’; poi vado a letto. Loro capiscono, ma io ho passato la ventina e tutto questo sta diventando piuttosto stupido».

È preoccupato per il futuro?

«Sì, un po’. Benché il denaro non ci manchi, mi preoccupa lo stesso».

Perché?

«Voglio sposarmi e provvedere al benessere della mia futura moglie».

Perché preoccuparsi per il futuro? Lei è veramente giovane: può lavorare e darle il necessario. Perché farsi assillare così da ciò? Teme di perdere la sua posizione sociale?

«In parte. Abbiamo una macchina, qualche proprietà e un nome. Ovviamente non voglio perdere tutto questo, il che po­trebbe essere la causa della mia ansia. Ma non è esattamente così. È la paura di non essere. Quando mi sveglio spaventato, provo la sensazione di essere perduto, di non essere nessuno, di crollare».

Dopo tutto, può darsi che un nuovo governo vada al potere e che lei perda le sue proprietà, i suoi beni. Ma è veramente gio­vane e può sempre lavorare. Milioni di persone stanno per­dendo i loro beni materiali e anche a lei può capitare di dover affrontare una cosa simile. E poi le cose del mondo vanno condivise e non possedute esclusivamente. Perché essere così prudente, così timoroso di perdere, alla sua età?

«Ecco, voglio sposare una ragazza e desidero che non ci sia al­cun ostacolo. È probabile che nulla lo impedisca, ma sento la sua mancanza e lei la mia; ciò può essere un’altra causa del mio timore».

È questa la causa della sua paura? Sostiene che è probabile che non accada nulla di eccezionale che possa impedirle di sposarla e, allora, perché questa paura?

«Sì, è vero; possiamo sposarci quando decidiamo di farlo, quindi questo non può essere il motivo del mio timore, almeno non adesso. In effetti, penso di aver paura di non essere, di perdere la mia identità, il mio nome».

Anche se non tenesse al suo nome e avesse, però, le sue pro­prietà e il resto, non avrebbe, forse, ancora paura? Che cosa intendiamo per identità? Essere identificati con un nome, con delle proprietà, con una persona, con delle idee; essere associati a qualcosa; essere riconosciuti come questo o quello; essere eti­chettati come appartenenti a un gruppo o a una nazione parti­colari, e così via. Lei teme di perdere la sua etichetta. E così?

«Sì, perché altrimenti che cosa sarei? Sì, è così».

Dunque lei è ciò che possiede: il suo nome, la sua reputazione, la sua macchina, le altre proprietà, la ragazza che sposerà, le ambizioni che ha. Lei è queste cose, le quali, insieme a certe caratteristiche e a certi valori, vanno a formare quello che lei chiama «Io». Lei è la somma di tutto ciò e teme di perderlo. Come per tutti gli altri, c’è sempre la possibilità di perdita: può scoppiare una guerra; ci può essere una rivoluzione o un cambio di governo verso la Sinistra. Può accadere qualcosa che la privi di tutto ciò, adesso o domani. Ma perché temere l’insicurezza? Non è, forse, la natura propria di tutte le cose? Contro questa insicurezza sta costruendo dei muri che la proteggeranno, ma questi muri possono essere e vengono di fatto abbattuti. Può sfuggirlo per un momento, ma il pericolo dell’insicurezza è sempre là. Non può evitare ciò che è. L’insi­curezza è là, che le piaccia o no. Ciò non significa che deve rassegnarsi a essa, che deve accettarla o respingerla; ma lei è gio­vane e perché temere l’insicurezza?

«Adesso che ha messo la cosa in questo modo non credo di temere l’insicurezza. Sono veramente disposto a lavorare. Lavo­ro più di otto ore al giorno e, quantunque non mi piaccia par­ticolarmente, posso continuare. No, non ho paura di perdere proprietà, macchina e il resto, e la mia fidanzata e io possiamo sposarci quando vogliamo. Mi rendo conto, ora, che non è nulla di tutto ciò a spaventarmi. Allora che cos’è?»

Scopriamolo insieme. Potrei essere in grado di rivelarglielo, ma non sarebbe una sua scoperta. Si situerebbe solo a un livel­lo verbale e sarebbe, pertanto, del tutto inutile. Scoprirlo sarà per lei sperimentarlo ed è questo che veramente conta. Scoprire è sperimentare. Lo scopriremo insieme.

Se non ha paura di perdere nessuna di queste cose, se non teme l’insicurezza esteriore, allora che cosa la preoccupa? Non risponda subito; ascolti soltanto; sia attento a scoprire.
È del tutto sicuro di non aver paura dell’insicurezza fisica? Nella mi­sura in cui si può essere sicuri di cose simili, lei sostiene di non averne paura. Se è certo che questa non sia una mera afferma­zione verbale, allora di che cosa ha paura?

«Sono del tutto certo di non temere d’essere insicuro fisicamente. Possiamo sposarci e avere ciò di cui abbiamo bisogno. È qualcosa di più della semplice perdita delle cose ciò che io temo. Ma che cos’è?»

Lo scopriremo, ma riflettiamoci con calma. Vuole davvero scoprirlo, non è così?

«Naturalmente. Soprattutto adesso che siamo giunti fin qui. Che cos’è quello di cui ho paura?»

Per scoprire dobbiamo essere calmi, attenti, ma non pressanti. Se non è spaventato dall’insicurezza fisica, teme, forse, di essere insicuro interiormente, d’essere incapace di conseguire lo scopo che si è prefisso? Non risponda; ascolti soltanto. Si sen­te incapace di diventare qualcuno? Probabilmente ha un ideale religioso; avverte, forse, la sensazione di non avere la capa­cità di vivere conformemente a esso o di raggiungerlo? Prova un senso di disperazione al riguardo, un senso di colpa o di frustrazione?

«Ha perfettamente ragione. Fin da quando l’ascoltai alcuni an­ni fa, da ragazzo, il mio ideale è stato, se posso dirlo, assomi­gliarle. Essere religiosi è nel nostro sangue e mi ero sentito in grado d’esser tale. Ma c’è sempre stato il timore profondo di non riuscire ad avvicinarmi mai a ciò».

Andiamo adagio. Sebbene non tema d’essere insicuro esterior­mente, ha paura d’esserlo interiormente. Un altro si rende sicuro esteriormente con una reputazione, con la fama, con il denaro, e così via; mentre lei vuole essere sicuro interiormente con un ideale e sente di non avere la capacità di diventare quell’ideale. Perché vuole diventare o raggiungere un ideale? Non è forse soltanto per essere sicuro, per sentirsi in salvo? Questo rifugio lei lo chiama l’ideale. Ma in realtà vuole essere sicuro, protetto. È così?

«Ora che me lo fa notare, è proprio così».

Adesso lo ha scoperto, non è vero? Ma andiamo oltre. Lei si rende conto dell’ovvia futilità della sicurezza esteriore, ma vede anche la falsità del ricercare la sicurezza interiore diventan­do l’ideale? Al posto del denaro il suo rifugio è l’ideale. Se ne rende veramente conto?

«Sì, davvero».

Allora sia ciò che è. Quando ne comprende la falsità, l’ideale scompare. Lei è «ciò che è». Quindi proceda a comprendere «ciò che è» – ma non con uno scopo particolare, perché lo scopo, il fine è sempre lontano da «ciò che è». Il «ciò che è» è lei stesso; non in un periodo particolare o in un dato stato d’animo, ma come lei è di momento in momento. Non si condanni o si rassegni a quello che vede, ma sia attento, senza in­terpretare il movimento di «ciò che è». Sarà difficile, ma in ciò c’è gioia. La felicità c’è solo per chi è libero, e la libertà giunge con la verità di «ciò che è».

martedì 27 marzo 2012

Krishnamurti: La Vera Meditazione


Londra, 23 Ottobre 1949
Domanda: Secondo lei, che cos’è la vera meditazione?
KRISHNAMURTI: Ora, qual è lo scopo della meditazione? E che cosa intendiamo con meditazione? Non so se voi abbiate meditato, così sperimentiamo, dunque, insieme, al fine di scoprire che cos’è la vera meditazione. Non ascoltate meramente la mia espressione di essa; insieme scopriremo e sperimenteremo, invece, che cos’è la vera meditazione. Perché la meditazione è importante, no? Se non si sa cos’è la corretta meditazione, non c’è conoscenza di sé, e senza conoscere se stessi, la meditazione non ha senso. Sedersi in un cantuccio o passeggiare in giardino o in strada, e cercare di meditare non ha senso. Conduce soltanto a una particolare concentrazione, che è esclusione. Sono sicuro che alcuni di voi hanno provato tutti quei metodi. Ossia, cercare di concentrarsi su un particolare oggetto, tentare di indurre la mente, quando essa vaga per ogni dove, a essere concentrata; e quando ciò non vi riesce, pregate.

Se si vuole, quindi, comprendere davvero che cos’è la corretta meditazione, si deve scoprire quali sono le cose false che abbiamo definito «meditazione». In verità, la concentrazione non è meditazione perché, se osservate, nel processo della concentra­zione si ha esclusione e, pertanto, distrazione. Cercate di concentrarvi su qualcosa e la vostra mente divaga in direzione di qualcos’altro, e questa battaglia costante per esser fermi su un punto, mentre la mente si oppone e divaga, va avanti. E così stia­mo degli anni a cercare di concentrarci, di apprendere la con­centrazione, che viene erroneamente chiamata meditazione.

Poi c’è la questione della preghiera. La preghiera, evidentemente, produce dei risultati; in caso contrario milioni di persone non pregherebbero. E nel pregare, ovviamente, la mente si tranquillizza; mediante la ripetizione costante di certe frasi, la mente si fa quieta. E in quella quiete c’è un qualche cenno, certe percezioni, certe risposte. Ma ciò fa ancora parte dell’im­broglio della mente, perché, dopo tutto, mediante una forma di mesmerismo potete rendere la mente estremamente quieta. E in quella quiete vi sono certe risposte misteriose, che sorgono dall’inconscio e dall’esterno della coscienza. Ma si tratta ancora di uno stato in cui non c’è alcuna comprensione.

E la meditazione non è devozione – devozione a un’idea, a una figura, a un principio – perché anche gli oggetti della mente sono da idolatra. Si può non venerare una statua, ritenendolo da idolatra e sciocco, superstizioso; ma si venerano, come fa la maggior parte della gente, gli oggetti nella mente – e anche que­sto è da idolatra. Ed essere devoti a una figura, a un’idea o a un Maestro, non è meditazione. In verità, è una forma di fuga da se stessi. È una fuga molto confortante, ma è pur sempre una fuga.

E, ovviamente, neanche questo costante sforzarsi di diventare virtuosi, di acquisire la virtù tramite la disciplina, per mezzo dell’attento esame di se stessi, e via dicendo, è meditazione. La maggior parte di noi rimane intrappolata in questi processi e, poiché essi non portano alla comprensione di noi stessi, non costituiscono il sentiero della corretta meditazione. Dopo tutto, senza comprensione di voi stessi, quali basi avete per un corretto pensare? Tutto ciò che farete senza quella compren­sione di voi stessi è adattarvi all’ambiente, alla risposta del vo­stro condizionamento. E una simile risposta al condizionamento non è meditazione. Ma essere consapevoli di quelle risposte, ossia, essere consapevoli dei moti del pensiero e delle sensazioni senza alcun sentimento di condanna – cosicché siano compresi i movimenti del sé, le vie del sé – quello è il sen­tiero della corretta meditazione.

La meditazione non è un ritiro dalla vita. La meditazione è un processo di comprensione di se stessi. E quando ci si comincia a comprendere, non solo il conscio, ma anche tutte le parti recondite di sé, ecco giungere allora la tranquillità. Una mente resa calma con la meditazione, la costrizione, il conformismo, non è calma. È una mente stagnante. Non è una mente vigile, passiva, capace di ricettività creativa. La meditazione richiede una vigilanza costante, una costante consapevolezza d’ogni pa­rola, d’ogni pensiero e sensazione che riveli lo stato del nostro essere, il riposto come il superficiale; e trattandosi di una cosa ardua, fuggiamo in ogni sorta di cosa confortante, ingannevole e la chiamiamo meditazione.

Se si è in grado di vedere che la conoscenza di sé è l’inizio della meditazione, allora il problema si fa straordinariamente in­teressante e vitale. Poiché, alla fin fine, se non c’è la conoscen­za di sé, potete praticare ciò che chiamate meditazione e tuttavia essere attaccati ai vostri principi, alla vostra famiglia, alla vostra proprietà; oppure, rinunciando alla vostra pro­prietà, potete essere attaccati a un’idea, così concentrati su di essa che la alimentate sempre di più. In verità, quella non è meditazione. Così, la conoscenza di sé è l’inizio della medita­zione; senza conoscenza di sé non c’è meditazione. E man mano che ci si addentra più a fondo nella questione della cono­scenza di sé, non solo la mente in superficie diventa tranquilla, quieta, ma vengono rivelati anche i diversi strati più riposti.

Quando la mente in superficie è quieta, allora l’inconscio, gli strati riposti della coscienza si proiettano; rivelano il proprio contenuto, danno i propri segni, cosicché viene compreso in pieno l’intero processo del proprio essere.

La mente si fa, dunque, estremamente quieta – è quieta. Non è resa quieta, non viene costretta a essere quieta da una ricom­pensa, dalla paura. Allora c’è un silenzio in cui viene in essere la realtà. Ma quel silenzio non è il silenzio cristiano, o il silenzio hindú, o il silenzio buddhista. Quel silenzio è silenzio, non nominato. Pertanto, se seguite il cammino del silenzio cristiano, o hindú, o buddhista, non sarete mai silenziosi. Un uomo che vo­glia, quindi, trovare la realtà deve abbandonare del tutto il suo condizionamento – che sia cristiano, hindú, buddhista, o di qualche altro gruppo. Il mero rinsaldare lo sfondo culturale mediante la meditazione, il conformismo, determina il ristagno della mente, il suo ottundimento; e io non sono affatto sicuro che ciò non sia quanto la maggior parte di noi vuole, perché è molto più facile creare un modello e seguirlo. Ma liberarsi dello sfondo culturale richiede vigilanza costante nei rapporti.

E una volta che ci sia quel silenzio, si ha, allora, uno stato straordinario, creativo – non che dobbiate scrivere poemi, o dipingere quadri, potete o non potete. Ma quel silenzio non deve essere perseguito, copiato, imitato – in quel caso cessa di essere silen­zio. Non potete pervenirvi attraverso nessun cammino. Si origi­na solo quando siano comprese le vie del sé, e il sé, con tutte le sue attività e i suoi danni, giunga al termine. Ossia, quando la mente cessa di creare, c’è creazione. Pertanto, la mente deve farsi semplice, quieta, deve essere quieta – il «deve» è sbagliato; dire che la mente «deve» implica costrizione. E la mente è quie­ta solo quando l’intero processo del sé è giunto al termine. Quando viene compresa la totalità delle vie del sé e sono, quin­di, terminate le attività del sé, allora soltanto c’è silenzio. Quel silenzio è vera meditazione, e in quel silenzio si origina l’eterno.

giovedì 22 marzo 2012

Brevi ma Significativi Consigli per Vivere Meglio

Volevo condividere con voi, alcuni punti rilevanti che in questi anni ho avuto modo di incontrare nel mio percorso e poi verificare direttamente, che possono portare ad un aumento della salute e qualità di vita dell'individuo.

Ribadisco, a scanso di equivoci, che questi sono dei " semplici consigli " ( in quanto non sono un per fortuna un medico o quant' altro ) e che ogni individuo deve " valutare  personalmente " se queste cose gli giovano o meno, secondo la sua " storia personale " e il suo Sentire.

In linea di massima questi sono i punti che andrò ad elencare, in maniera appositamente semplice e schematica; ...cercate per quanto possibile di:

Non indossare anelli o collane, in quanto interrompono il campo elettrico/magnetico  del corpo, o se lo fate assicurarsi che, ad esempio, le collane, non abbiamo la chiusura  dei  due gancetti  che permetta  " la chiusura del circuito " metallo e metallo, ma ad es. metallo e plastica.

Non calzare scarpe con suola di gomma, in quanto vi rendono " isolati " e non vi fanno scaricare  a terra le tensioni del "circuito elettrico/magnetico"  del corpo, usate quindi scarpe con suole non isolanti, fatte di materiali naturali che permettano " la  messa a terra " del corpo, come ad esempio pelle ecc. ( escludendo i discorsi etici che dipendono da voi ).

Controprova, quando siete sfiniti, la prima casa che una persona tende a fare per rigenerarsi velocemente, è proprio, guarda caso, quella  di togliersi le scarpe e mettere i piedi a terra, e così in pochi secondi scaricate gran parte delle tensioni.  ( L' inconscio sa sempre la cosa giusta da fare, anche se il vostro conscio non lo sa!! ).

-Quando non serve, o si va a letto, spegnere se possibile l'impianto elettrico, o comunque spegnere  sopratutto il telefono cordless ( dannosissimo, che è attivo anche con ricevitore spento. Disattivatelo togliendo il cavo di linea telefonica e non corrente! ) , il cavo antenna della televisione dalla rispettiva presa  ( se no i segnali e frequenze radio inviate continuano a entrare in casa anche con la tv spenta!! ), non tenere radio svegli o telefonini ( che si disattivano completamento come campo, solo scollegando fisicamente la batteria, e come "gps" staccando anche la sim )  neppure spenti in camera o tanto peggio in carica  vicino al letto ecc.

- Fare una rilevazione radionica in casa e dove si passa la maggior parte del tempo, per vedere almeno sul letto dove dormite, se siete in presenza di Geo-Patie,  Nodi di Hartmann, e magari anche di basse e alte frequenze ecc. e in caso di affermativo di regolarsi di conseguenza, spostando il letto o costruendo o acquistando prodotti di schermatura.

Mangiare in prevalenza e in ordine frutta e verdura, ben lavate con Bicarbonato di Sodio e avendo poi tolto la radioattività con simboli che mandano la " frequenza corrispondente " o prodotti appositamente creati che si trovano sul mercato ( che in caso vedremmo più avanti o se interessati potete chiedervi mia email ), riso e pasta integrali ( meglio si possono evitare, con paste di soia, mais ecc. ,  in quanto il glutine in esso presenti, non aiuta il processo di combustione degli elementi nocivi, o per lo meno mangiateli con moderazione, magari prima di fare attività fisica, in modo che le almeno le fibre in esso contenute rinvigoriscano i ns. muscoli!! ), e poi togliere come sempre, la radioattività con prodotti appositi.

- Usare per i condimenti  l'olio di Sesamo, che permette l'entrata dei metalli nel vs. organismo ( ndr: " Apriti Sesamo, vi dice nulla ?"  per portare [assimilare correttamente] nelle grotta [corpo]  appunto i metalli  introdotti ?! )

- Bere solo acqua, anche del rubinetto, magari prima filtrata con appositi filtri per metalli pesanti, cloro e vari, secondo la composizione delle acque della vs. zona, fatta poi bollire per essere sterilizzata,   aggiungere una punta di cucchiaino di Bicarbonato di Sodio, per aumentare O2 libero nel sangue, che è il fuoco alchemico delle reazioni per bruciare tossine e elementi negativi, che alla lunga portano altrimenti a un ambiente biologico non sano, con il sopraggiungere di un sangue acido ( in realtà più dolce), che brucia i tessuti,  contrario al prolificarsi della vita, che innesca meccanismi di malattie auto-rigeneranti, come diabete, cancro.




Malattie considerate ancora oggi appositamente dalla scienza ufficiali, praticamente incurabili, ( per un discorso di interessi economici ) e che in buona parte possono essere risolti alla radice, riportano il sangue alla giusta acidità in 3 giorni e in 40 giorni per ri-programmare le cellule al nuovo lavoro. ( "3 giorni per abbattere il tempio [ corpo ] e 40 per ricostruirlo, vi dicono niente?!"  )


Senza H2O la cellula fermenta e non brucia, ma si riproduce in maniera " incontrollata " sperando nella sopravvivenza  dei " figli " in una ambiente ossigenato.

Ah, come visto coi cibi, anche con l'acqua prima di berla,si può togliere la radioattività, con i prodotti appositi in poco più di un minuto! [ verificato con misurazione tecniche ].


- Non utilizzare Sale come condimento, anche se è formato da Sodio, ma in prevalenza Cloro ( circa Na 40% + Cl 60%)  perché quel 20% in eccedenza di Cloro andrà a catturare con legame altro Sodio libero, diminuendo le nostre  possibilità di " combustione delle reazioni ",con le implicazione viste sopra.

Se possibile, evitate  quindi  i prodotti  alimentari che lo annoverano tra gli ingrediente, o almeno quelli che ne hanno grosse quantità, perché  guarda caso, il sale è messo quasi ovunque,come il glutine!

Il Sale inoltre è un anestetico che non ci fa sentire i reali sapori dei cibi e anestetizzando le nostre papille gustative, che servirebbero anche come " guardiani in caso di assunzione di elementi tossici e non commestibili " , anestetizza  inoltre i  nostri organi della sazietà, spingendoci quindi a continuare a mangiare!
( La Bibbia ancora dice una cosa tipo: "e da quel giorno continuarono a mangiare,senza mia più essere sazi"!)

Se abbiamo Sodio( Na )  abbondante possiamo anche "dividere"  l'acido lattico  ( H2Co2 )  che è un prodotto naturale, ma tossico se non viene espulso, in Anidride Carbonica semplicemente espirando ( H20+Co2 ).

- L'Acqua Ossigenata ( H2O2) può liberare quel O in più per riaccendere il fuoco aerobico per le reazioni, medicina assoluta e indispensabile per il sistema biologico.

- Evitare di assumere per quanto possibile, elementi che hanno la Catalsi che si trova nel latte di mucca e buona parte dei derivati ( praticamente solo panna e burro non la hanno)  blocca la " fusione mistica ".

-Evitare  se possibile Il Glutine, presente nel Grano ( del quale, guarda caso neppure la scienza ufficiale ad oggi, non  è riuscita a determinarne l'origine Biologica, e guarda caso, questo prodotto risulta portato dagli Dei Del Cielo qui sulla Terra per gli Schiavi Umani dalle Antiche Tavolette Sumere, e ancora, risulta che gli Dei consumavano questo grano solo mischiato all'Oro, che da un punto di vista alchemico è il fuoco per le  reazioni!! )  e derivati e non solo ( ormai è messo ovunque, anche nelle marmellate!!!) in quanto,  attiva la bile, che in realtà è un ormone, facendo quindi  " impazzire " il sistema ormonale con l'adrenalina.
A questo punto il nostro sistema è costretto a prendere Energia dal Midollo Osseo nostra vera fonte di vita ( il Dio interiore Biologico ), esso è costituito da Oro, Argento, Rame, Ferro e come visto prima per ridargli prosperità si può usare appunto l'olio di Sesamo che " lascia entrare queste sostanze nel Midollo Osseo), integrando magari con l'orzo ed altri minerali, l'importante è che usare solo prodotti organici,( che hanno fatto il ciclo delle pianta ) in quanto quelli anorganici ( pillole e vari )  sono in piccolissima parte integrabili, e quindi di quasi nulla efficacia e guarda caso sono gli integratori che in prevalenza propone/impone la " medicina" ufficiale, perché come in tutte le cose prendere elemento al di fuori del suo contesto ne vanifica buona parte degli effetti che ha nel suo contesto.

Esempio prendere la Vitamina C in fialetta non certo la stessa cosa che prenderla mangiano un'arancia!!

-Mediate con costanza, senza ricercare nulla, senza seguire alcuna tecnica,  e vedrete cosa succede..




Buon Viaggio!

giovedì 15 marzo 2012

Sulla Morte e sulla Vita


Ojai, 21 Agosto 1955
Domanda: Quando moriamo, rinasciamo su questa terra, o andiamo a finire in un altro mondo?
KRISHNAMURTI: Questa domanda interessa tutti noi, giovani e vecchi, vero? La esaminerò, dunque, piuttosto in profondità, e spero che sarete tanto bravi da seguire non solo le parole, ma l’esperienza effettiva di ciò che discuterò con voi.

Sappiamo tutti che esiste la morte, in particolar modo le per­sone anziane, e anche i giovani che la prendano in considera­zione. I giovani dicono: «Aspettiamo che arrivi e ce ne occupe­remo»; e siccome gli anziani sono già prossimi alla morte, fanno ricorso a varie forme di consolazione.
Seguitemi, per favore, e riferitelo a voi stessi; non scaricatelo su qualcun altro. Dato che sapete che morirete, avete delle teorie in proposito, giusto? Credete in Dio, credete nella re­surrezione, o nel karma e nella reincarnazione; affermate che rinascerete qui o in un altro mondo. Oppure, razionalizzate la morte, sostenendo che è inevitabile, che accade a tutti; l’albero si fa secco, nutrendo il suolo, e ne spunta uno nuovo. O inve­ce, siete troppo assorbiti dalle vostre quotidiane preoccupa­zioni, ansietà, gelosie, invidie, dalla vostra rivalità e dalla vo­stra ricchezza, per pensare davvero alla morte. Ma essa è nella vostra mente; consciamente o inconsciamente è lì. Per prima cosa, potete liberarvi delle credenze, delle razionalizzazioni, o dell’indifferenza che avete coltivato verso la morte? Potete li­berarvi di tutto ciò, adesso? Poiché ciò che conta è entrare nella casa della morte mentre si vive, mentre si è pienamente consci, attivi, in salute, e non attendere la venuta della morte, che può portarvi via fulmineamente per un incidente o per una malattia che, lentamente, vi renda incoscienti. Quando la mor­te arriva, deve trattarsi di un momento straordinario, vitale quanto il vivere.

Ora, posso io, potete voi entrare nella casa della morte mentre siete in vita? Questo è il problema – non se ci sia reincarnazio­ne, o un altro mondo in cui rinascerete, il che è in tutto e per tutto immaturo, infantile. L’uomo che vive non domanda mai: «Che cos’è vivere?», e non ha teorie sul vivere. Soltanto colui che è vivo per metà parla dello scopo della vita.

Quindi, possiamo voi e io, mentre siamo in vita, consci, attivi, nel pieno delle nostre capacità, quali che siano, sapere che cos’è la morte? Ed è, allora, la morte differente dal vivere? Per la maggior parte di noi vivere è una continuazione di ciò che pensiamo sia permanente. Il nostro nome, la nostra famiglia, la nostra proprietà, le cose in cui noi abbiamo un interesse acqui­sito da un punto di vista economico e spirituale, le virtù che abbiamo coltivato, le cose che abbiamo raggiunto emotivamente – tutto ciò che vogliamo continui. E il momento che noi chiamiamo «morte» è un momento dell’ignoto; siamo, dun­que, spaventati e cerchiamo, così, di trovare una consolazione, un qualche conforto; vogliamo sapere se vi sia una vita dopo la morte e un’infinità di altre cose. Questi sono problemi del tutto irrilevanti; sono problemi per gli indolenti, per coloro che non vogliono scoprire, mentre vivono, che cosa sia la morte. Possiamo dunque, voi e io, scoprirlo?

Che cos’è la morte? Certamente, è la cessazione completa di tutto quel che avete conosciuto. Se non è la cessazione di tutto quel che avete conosciuto, non è morte. Se conoscete già la morte, allora non avete nulla da temere. Ma la conoscete? Ossia, potete, mentre siete in vita, porre fine a questo incessante sforzo per scoprire nell’impermanente qualcosa che continuerà? Siete in grado di conoscere l’inconoscibile, quello stato che chiamiamo morte, mentre siete in vita? Potete ora accanto­nare tutte le descrizioni di ciò che accade dopo la morte lette nei libri, o dettate dal desiderio inconscio di conforto, e assapo­rare o sperimentare quello stato che deve essere straordinario? Se quello stato può essere sperimentato ora, allora il vivere e il morire sono identici.

Così, posso io, che ho una vasta educazione, una vasta cono­scenza, che ho avuto innumerevoli esperienze, lotte, amori, odi – può quell’«Io» giungere a una fine? L’«Io» è il ricordo impresso di tutto ciò, e può quell’«Io» giungere a una fine? Senza esservi condotti da un incidente, da una malattia, pos­siamo voi e io, mentre sediamo qui, conoscere quella fine? Al­lora vi scoprirete a non fare più stupide domande sulla morte e sulla continuità – se vi sia un aldilà. Allora conoscerete la ri­sposta da soli, perché ciò che è inconoscibile avrà avuto origi­ne. Allora accantonerete tutta la tiritera della reincarnazione, e le molte paure – la paura di vivere e la paura di morire, la pau­ra di invecchiare e di accollare ad altri l’onere di badare a voi, la paura della solitudine e della dipendenza – avranno fine. Queste non sono parole vane. È solo quando la mente cessa di pensare in termini di continuità personale che scaturisce l’Inconoscibile.

martedì 13 marzo 2012

Ricezioni Informazioni e Sogni Militari


30/09/11

3 giorni prima:

Nella notte si è svegliata, perché sentivi in testa, le parole : “ Disco-Plasma ” ed ha dovuto alzarsi per scriverle.

Ha sognato di essere i una cavità oscura a forma quasi cilindrica e sulle pareti rocciose, c'erano dei puntini luminosi, ogni tanto qualche d'uno si staccava e andava nel cielo, che lei credeva inizialmente fatto di stelle, ha capito che le stelle erano in realtà queste luci, che si erano appena staccate dalla roccia.

La persona non capiva perché era lì, ma “ sapeva ” che era invisibile almeno alle “ luci ”, fino a che ad un certo punto, in cui si è avvicinato un “ aero ” militare ( che stava fermo in aria ) e il pilota militare gli ha detto: “ Devi identificarti!!

Lei  sbigottita, non capiva, ( in testa non “aveva il suo nome”) e non sapendo rispondere,e  si ritrova come “ sbattuta fuori dal sogno! ”.

Sentiva che lì, c'era una frenesia, come “la calma prima della tempesta”, aveva la sensazione che “ bisogna muoversi, manca poco...” avevano tutti un gran da fare, sia i militari che le “luci” ( astro-navi fatte a forma di figure giometriche, la maggior parte fatte a freccia).

Sente che era il tempo presente, non il passato, ne il futuro. Probabilmente era in un vulcano, le pareti erano più scure del cielo, e c'erano le luci che uscivano dalla parete e poi si staccavano.

Capiva poi, che voleva vedere per loro quanto mancava, e capire se tutti questi ultimi avvistamenti nel mondo derivavano da oggetti che erano già qui o che arrivavano da altri posti.







È rimasta sorpresa che erano tutti così ordinati, non vedeva esseri, ma solo “ macchinari ” e loro erano tutti lì dentro e comunicavano tra loro.


-La notte successiva,poi  ha sognato:

 un elicottero grande nero, che puntava una luce dentro la sua cucina, allora lei si nasconde in un angolo, convinta di “ scamparla ”, e ad un tratto la parete diventa trasparente e si ritrova la luce addosso, e l'elicottero è rimasto lì circa 10 secondi fermo così, e lì il sogno finiva.

-Ieri sera poi:

sente la necessità di mettersi a pancia in giù per riposarsi, sente via vai vicino al letto, ma una sensazione positiva attorno ,anche se non capisce se è indotta, dopo un po' sente una voce maschi profonda che veniva dalla Terra, ma era come se comunicasse da un altro tempo, e diceva; “ L'amore umano non pareggia l'amore che ti sta venendo data in questo periodo" (sottinteso da quello che veniva dato da Lui) ed è stata poi chiamata piccola “ Lilith che non sa di esserlo” che è stata fatta a pezzi per farla tornare piccola, altrimenti non ci stava in un contenitore così piccolo. Viene detto che lei,  non lo sapeva perché, se avresti realizzato chi era, l' avrebbero trovato subito, mentre così era nascosta!
 Lei ribadisce che: "c'è stato eccome chi la ha trovata!" e “ Lui ” dice prontamente che “ loro però non sapevano chi eri! ”. Lei ha detto che non ci credeva, e lui ha detto che non importa, che ora lo sentirà e che gli altri pezzi sono vicini, e lei gli ha poi visti.


Sarà poi effettuato un recupero ricordi su questi due “sogni” militari fatti in vicinanza pochi giorni dopo, che qui riporto il resoconto

04/10/11
uso di time line e tecnica delle ancore, ricalco e altro,  per il recupero ricordi, così emerge che: 

Vede ombre che si muovono, un Nera vicino al letto, grande a 1 metro dal soffitto, che gli fa un po' di paura, poi si trova nelle nebbia con delle Ombre che da Dx a Sx si muovono, non capisce cosa sta succedendo, sembra il rumore del vento in mezzo al deserto, che si sia formato da queste ombre nere, poi qualcosa si rischiara in lontananza, si ritrova nel deserto di notte, sotto il cielo stellato, sempre che lo spazio si sia mosso e lei sia  invece “ rimasta ferma ”.

Lo spazio poi ha rinizianto a muoversi attorno e lei,sta precipitando in una voragine e tutto attorno ci sono delle luci bianche, che sembrano dei fari, poi cade a terra e vede che tutto sta girando e le gira la testa, ci sono delle luci appesa alle pareti, ogni tanto una si stacca assieme ad altre 2 o 3 e vanno su in cielo, confondendosi con le stelle, capisce che queste luci sono delle macchine artificiali che salgono lentamente la voragine, e poi accelerano velocissimamente nel cielo.
Tutta la parte è costellata da queste luci, loro però vanno a “ raccattare le cavie ” sopra la città, poi ad un tratto è diventato tutto buio, è uscita dalla voragine volando, e è si avvicinata a pochi centimetri da terra lì poco avanti, da Dx arriva qualcosa come una tempesta di sabbia Nera che l'ha avvolta, si sente impotente, sente un grande soffio , un sibilo basso e la spirale la avvolge, e questa tempesta prende la forma di una foresta, che lei percorre e

...si è ritrovata in giardino con sua madre davanti ad una villa di Ebrei che c'è a Berlino nei primi 900, che gli sembrava famigliare ( lei ha origini Ebree ) ed a un tratto la madre va però nella foresta, quella persona era identificata con sua madre, ma non aveva il suo stesso viso, ma in quel sogno gli era famigliare e la chiamava mamma, poi ha visto un jet che grigio scuro piccolo, che rimaneva sospeso in aria, e un altro in aria lo aspettava in cielo, e questo si è fermato a lei vicino, e il pilota,da dentro l'aereo gli ha chiesto: “ Che cosa fate qui?! Identificatevi!” lei non sapeva rispondere, non sapeva chi era e gli ha detto” Non ti dico niente, perché non so niente!” lui si è stizzito, dicendo” Tu non puoi, sei in un posto proibito” e l'altro pilota dall'alto nell'altro " aereo "osserva la situazione, capisce comunque che lei non era lì per spiare.
Poi lui ha premuto un pulsante nella consolle, comunicandolo con qualcun' altro che gli ha detto “ Rispediscila a casa” (sembrava come un super-visore). 
Lui sapeva  come fare, ma non vuole farlo, perché non vuole che lei veda come lui  fa.
Ad un tratto, non riesce a muoversi, è paralizzata, tutto il corpo, anche l'altro pilota da sopra ora sente che  sta' intervenendo, apre uno squarcio davanti a lei, e la butta dentro, alle spalle, e lei è caduta giù, attorno era molto silenzioso, si è ritrovata poi nel  suo letto ed ha continuato a dormire, e si è rasserenata ritrovandosi nel suo corpo.

-Ci agganciamo poi al secondo sogno,quello della sera dopo, che sembrava collegato:

Era ha letto, stava dormendo, ha sentito da lontano il "rumore" di un "elicottero" che “l' ha chiamata” ( “in astrale” ) dicendo:

“ [ Nome Persona ], Vieni fuori!!

Lei non voleva e non capiva bene cosa stesse succedendo, non è uscita, è andata poi in cucina e ha guardato fuori dalla finestra e va visto questo "elicottero" grandissimo nero senza l'elica, era molto vicino al muro, rimaneva sospeso in aria senza fare rumore, a bordo c'era un uomo, sempre vestito di nero, con una specie di coso che scendeva dalla fronte e una specie di occhiali neri, e in testa le diceva;

“Guarda che ti vediamo lo stesso!

Gli sembrava tutto così esagerato, capiva che era lì, per quello che aveva visto la sera prima, esagerato,secondo lei, perché tanto non aveva compreso molto di quanto aveva visto! ripete poi il pilota;

Ti vediamo lo stesso nella luce, è inutile che ti nascondi!”.


Poi andiamo al 3 "sogno":

Vede, come un obelisco molto stretto e allungato, un uomo con la barba e capelli lunghi bianchi che coprivano il viso e con una tunica bianca e la teneva d'occhio, aspettando che si svegliasse prima di andarsene, certe mattine manda un impulso con chi mi apre gli occhi, mi controlla, non pensa sia complice, ma se loro sentono Lui, automaticamente sentono anche lei, la inquieta, non vuole la sua Energia, vuole "solo" monitorarla, capire cosa fa, con chi parla ecc. ; perché è da tanto che Lui “le sta' dietro”, la osserva da lontano, ma certe mattine da vicino. Quando è in inconscio da vicino, e quando è fisicamente sveglia da lontano. ( ndr: Quella visto sopra che l'ha chiamata “ Piccola Lilith che non sa di esserlo ", ecc.” ). Sente che sono tante reincarnazioni che Lui la controlla, e tra un l'altra lei va a trovarlo, ogni tanto. Vive in un punto remoto dell'Universo, lui in sé gli appare negativo, ma non ha ricordo che non abbia mai preso niente, e lei non ha chiesto niente, dice che è innamorato del genere di anima che è, e per evitare che altri gli girano attorno “marca il territorio”, è un Demiurgo, anche se diverso dagli altri, non è come gli altri, che gli trasmettono inquietudine, lui gli appare come la “sua ombra”, è come se dipendesse da lei per attrazione sua personale, anche se non capisce perché! Era molti secoli che non gli parlava ha aggiunto che; “ Che ora è al sicuro, perché tutti quelli che l'hanno trovata, non sapeva con chi avevano a che fare, perché lui ha pensato bene di nasconderli, lei si è ribellata molte volte agli altri, li ha cacciati, solo che alcune volte dice che lei ritorna alla sua Origine, sentendo la necessità di avere tutti gli altri pezzi assieme, si lascia quindi andare e fare, si sente impotente,crede di non avere più energie, sente la stanchezza animica, perché sente che gli mancano dei pezzi, si sente in frantumi!! Lei lo ha sempre sentito, ma lo traduceva come una sua incapacità di “tirare fuori quello che è”. Gli altri pezzi sono sparsi un po' in giro, sulla Terra, e uno è rimasto in Orbita Terrestre, è dentro una specie di scatola, che non sa di cosa sia, è stata messa lì dai Demiurghi, che si sono “fatti in quattro” per “sventrarla”, sono tutti Scuri con capelli e tonache scure,sembrano “ Monaci dell'Universo ”.

Lui è legato a questo pezzo di lei, perché lui è quello che sorveglia tutti i pezzi che sono in giro, che non vengano presi da altri, Lui è sempre in questo Universo, e  va anche controllare gli altri pezzi di tanto in tanto.
Gli fa rabbia questa situazione, perché dura da troppo tempo, e continuano a ributtarla nei corpi, la scelta è poca, e lei continua a rimare a pezzi... lei sente dove sono gli altri pezzi, ma sono troppo lontani, è come se ci fossero delle barriere in mezzo, che sono i corpi degli altri, che con la loro parte animica gli schermano, e lei non può così arrivare a prenderseli, e loro lo sanno, e gli stalli tra una reincarnazioni e l'altra sono troppo corti, non avrebbe neppure il “tempo materiale di andarseli a prendere”,(convinzione sua probabilmente falsa e inculcatale)  poi i Demiurghi Oscuri, continuano a mettesi a in mezzo tra i pezzi, continuando a mettere energia in modo che è come se i pezzi avessero due poli che si respingono, quello Bianco è lui ha deciso di controllare questa situazione.

Non dice che si è  rassegnata, ma essendo intrappolata nella materia non può fare niente, anche perché loro sono molto bravi a confondere tutto, sia in “astrale” che nei sogni, ci sono sempre loro dietro, loro e i militari.

I Grigi in tutto questo fanno ridere, sono come dei bambini che credono di avere conquistato la Terra, ma poi scoprono che la Terra è del Comune!

Ora il dialogo sara trascritto nelle forma svoltasi diretta di domanda e risposta, non più riassunto come sopra,con le solite norme che trovate nelle leggenda sedute;



Senti qualcosa d'altro ancora?

-Sento che loro sanno, vedono e ascoltano tutto e tutti , ed è per questo che loro sono così bravi ad arrivare tutte le volte che ora di “rompere le scatole!”.

Ti vedi libera dagli altri adesso?

-Non so, non capisco se certi malesseri vengano da lei ( la persona si riferisce a se stessa come un'altra,come spesso accade in questi stati) o da qualcosa d'altro, ma sente sempre un peso al plesso solare, e non capisce se è per la divisione o per qualcosa di esterno che si prende un pò...sento l'anima che si sente intrappola e scomposta e anche soffocata.

E quelli con la testa tonda, che hai visto qualche giorno?!
-Sono dei “robottini”

Quando si sono presentati?
-Come al solito, io ero in questa piattaforma di cemento dentro un caserma, ma perché sono curiosa io, che poi vado nei posti, ma non li capisco.

Sei andata tu lì?
-Sì, ero sempre nel deserto.

Sottoterra?
-No, alla “luce del sole”, perché tanto è tutto in “astrale”, loro hanno costruito cose enormi in astrale!! non è proprio in “astrale” è come un piano intermedio, in cui possono fare dei lavori senza essere visti, quindi hanno questi robottini, quasi ridicolo, che sembrano dei grigi, ma fatti di una specie di metallo, è hanno perfettamente circolare, la testa, gli occhi, il corpo è tutto bianco finissimo, piccoli circa 1,50m.

Cosa facevano lì?
-Facevano la barriera, io gli camminavo davanti, ma non mi vedevano, perché se tu non tenti di andargli addosso non ti sentono, rilevano solo l'impatto e solo lui agiscono, a sinistra avevo comunque un altro che mi accompagnava, come una guida, non era proprio un militare, era mezzo trasparente non gli vedevo il corpo, vedevo un braccio, sembrava come un uomo in “astrale”. Secondo me, loro, captano chi come me va a curiosare, ma siccome sanno che molto spesso tanto non capiamo molto, mettono queste guide, che finché non fai nulla di male, non si oppone alla tua presenza.

Ho fatto un giro, ho visto questo grande edifico, ma tu senti dei volumi, ma non li vedi con gli occhi neppure in “astrale”, mi sembrava di essere in una specie di aeroporto militare grandissimo su un terreno pianeggiante, quasi sconfinato, tutto cementificato, con edifici molto vasti e rettangolari.

Secondo te dove eri, in Italia?
-Non, negli U.S.A,sempre...alla fine io ce l'ho un po' con loro, perché sono loro che vengono sempre a rompere, che vogliono fare i padroni in astrale, perché i ns. militari a confronto non sono niente!
I militari Americani rapiscono le persone anche all'Estero, ma si può...ma chi credono di essere?!
Ed è per quello che si intromettono nei miei sogni, ed è inutile che fingi di parlare la mia lingua, io vedo che no sei “Italiano”, e quindi è stata un po' una vendetta, ma alla fine non ho fatto niente, mi sono guardata un po' intorno...

E cosa hai visto e percepito?!
-I Bunker e questi spiazzi grandissimi, dove penso atterrino gli aerei.

E gli aerei come erano?
-" Normami ", però invisibili, cioè tu senti che l'atmosfera è più rarefatta, e vedi le forme, ma sono invisibili, ma all'aria aperta,era giorno. Poi ho provato a guardare se c'era qualcosa sotto, e ho visto una struttura piramidale, con vari cuniculi che si intersecavano!

Ma fatta sempre da loro,dici?
-Sì, però sempre su quel piano lì!

E cosa facevano lì?
-Mi verrebbe da dirti,che da lì comunicano dal futuro,tipo, ai militari nostri che sono qua, perché è così, se provo a localizzarli nel tempo li vedo più avanti, questo è il piano di ciò che sarà e comunicano con ciò che è!

E poi in questa struttura piramidale...?
-Sotto ci sono dei corridoi un po' inclinati, che si intersecano tra di loro e più giù non vedo!

Perché sotto c'è altro?
-Bhe, ci saranno le stanze a cui accedono i vari corridoi, sempre di questo metallo grigio chiaro, non hanno per niente fantasia, e tutto uguale,con le stanze quadrate!!

La guida ti ha detto qualcosa?
-No,una presenza silenziosa.

Poi dopo il giro cosa hai fatto, è venuto qualcuno a intimidirti come l'altra volta?
-Sono stata risucchiata da qualcosa! ...mi succede sempre tutto alle spalle!
Dopo essere stata “risucchiata” mi trovo dentro una stanza molto piccola, da dietro si riapre uno squarcio e cado nel mio letto! Un po', tipo visita finita “arrivederci e grazie!”

Ma hai visto una specie di vortice?
-No, è come se ci fosse una linea retta e io prendo i due lembi delle linea e li apro, tu vedi un tunnel, alla fine ci entri dentro, ed è breve in realtà, e da qui se ne apre un altra, e cadi dove eri addormentato prima.

Quindi poi ti sei ritrovata nel letto?
-Sì, ho continuato a dormire e ho pensato che non ho visto niente ( !!! ) è stato come un giro inutile.

Hai sentito qualche presenza vicino al letto,come l'altra volta?
-Le solite ombre nere, ma quelle ci sono quasi sempre, spesso ci sono così tante vibrazioni diverse che mi sembra di vivere in un punto di passaggio, poi però quando arriva il Demiurgo Bianco se ne vanno tutti, arriva una pace assurda! Sono come dei Demoni dell'aria che passano a volte si fermano, a volte si fanno i fatti loro, a volte si fanno complici delle Entità, non riesco a capire bene, vibrano comunque a frequenza basse, almeno  di una o due frequenze più basse.

Tu a che frequenza vibri?
-Ne vedo tante sotto di me, mi sento come in cima ad una torre, se guardo giù è tanto alto,ma non so..

Ti torna in mente alto che è successo in “ astrale ”?
-Un forte peso addosso in dormiveglia, vicino al plesso, potevo muovermi comunque!

Ma quando è successo?!
-Non so, mi è tornato in mete ora, forse perché il tunnel doveva ancora richiudersi, forse è stato il peso “ del passaggio ” quella stessa sera.

-Altro?
No, non ricordo altro,ora!

Vuoi vedere altro?
-Ti confesso, che mi sento sempre molto osservata, anche adesso, mi piacerebbe andare a vedere, ma tanto penso di sapere chi sono...

Chi?
-I Demiurghi, sempre loro che osservano!

Sempre il solito quello Bianco di prima?
-No lui, non c'è sempre, deve tenere d'occhio tutti i pezzi!

Sono degli altri?
-Sì, sono quelli che invio i Lux a rompere le scatole e sono anche piuttosto arrabbiati!
Ufff!!! ;)
Loro puntano sul fatto che sono spezzettata, loro sanno che non sono al massimo di me, e per loro è un vantaggio incredibile!!

In che senso?
Sanno che mi mancano dei componenti!

Quelle parti di " Lilith " che dicevi prima ,sono " parti Animiche "?!
-Certo.

Ma come hanno fatto a dividere così la parte animica?
-Ci hanno messo tanto, si sono messi in tanti, hanno fatto di tutto, e poi ce l'hanno fatta in giro di millenni, e io non potevo fare niente, perché quello mi aveva incastrato, non so bene dove...

Anche se non le hai riesci comunque a comunicare con le altre parti?
-Riesco a vedere dove sono, dentro un ragazzo dall'altra parte della Terra, un altro ragazzo coi capelli neri, dal lato opposto della Terra.

Ma riesci a parlarci?
-Non, perché loro non sanno assolutamente niente!! Sono preoccupati solo a vivere la loro vita tranquillamente, guarda come si divertono...!!!

-Non riesci a “ svegliarli ”?!
Dicono,sento che non riesco a comunicare con le mie parti, perché per quei due non è il momento di svegliarsi, loro aspettando un altro po'! ...come se non avessimo già aspettato abbastanza...che rabbia!! loro sono in troppi, ( i Demiurghi) mi trattano come se fossi un oggetto!!

Lo sappiamo quelli ormai!
-Sì, ma quando gli fa comodo hanno le loro bellissime confraternite in cui si riuniscono, mettono assieme tutti i poteri, ed è presto fatto, si mettono contro le anime più forti, e trovano i modo di portarle via dei loro gruppi animici, è come essere un animale ferito, su cui i predatori si precipitano, i Demiurghi Oscuri, perché quelli Bianchi fanno un po' “gli avvocati del Diavolo”, loro non prendono mai iniziative dirette, loro fanno tutti i traffici da sotto,mentre quegli Oscuri sono più diretti;

...è una situazione assurda, stare qui a fare cose senza senso, quando l'ha fuori c'è un trambusto ed un via vai e una consapevolezza 10.000.000 volte superiore a quelle che c'è  qua, ed essere relegati in un posto così misero, …è solo per i paesaggi che varrebbe la pena stare qua, ma non per quello che sta succedendo!!

Per il 2012 ai Demiurghi cambia qualcosa?
-Ma che,nulla!

E per le altre razze?
-Bhè sì, per qualcuna, sono più gli umanoidi che ci stanno “lucrando” di questo 2012, loro e i grigi, i rettili, ma i rettili sono rimasti in pochi...

Come mai non cambia per loro?
-Loro hanno già fatto i loro giochi, hanno già ottenuto quello che volevano, che io sia spezzettata qui o su un altro piano, cambia poco...

Sull'altro piano non riesci più facilmente a “ ricomporti ”?
-Ci sono delle barriere che non sono fisiche sono vibrazionali, le vibrazioni fanno barriere sia sul fisico che sull' ”astrale”, secondo te erano così sciocchi da non mettere barriere nell' “astrale”, così era chiaro che appena mi addormentavo mi andavo a riprendere i pezzi, loro invece continuano a tartassarmi perché sanno che se mi danno un attimo di respiro io tento di tornare là a rimettermi insieme, è che, non so...c'è una tale confusione in torno, dovresti vederla!!

A livelli astronomico si stà avvicinando qualcosa?
-Sento un ingombro sferico, ma non riesco a vederlo, lo sento molto vicino alla Terra, sembra un pianeta.

Come mai non si vede?
-Non so, sarà su un altro “ Piano Energetico ”. Non vogliono che ti dica neppure questo, si sono arrabbiati, appena ti ho detto questo mi arrivata un vibrazione, ma non so da dove è arrivata!

Per l'umanità cosa vedi?
-Stà ancora costruendo il suo futuro, ed è in bilico, in realtà non è ancora deciso niente, sono loro che vogliono farti credere che sia già deciso tutto!

Immagino...
-L'Umanità è al bivio e non sta scegliendo, però ora del 2012,se continuerà a non scegliere non cambierà niente, assolutamente,sembrerà un black out generale dovuto ad una tempesta elettromagnetica che stanno già spiegando cosa è dicendo che accadrà così gradualmente che non ne ne accorgeremmo neanche, in questo modo l'umanità sarà così distratta da altro e continuerà a non scegliere e non succederà nulla, perché è una scelta collettiva, perché se uno sceglie e gli altri 6 milioni no, a quell'uno non accade niente, perché lui è con il suo gruppo animico.

Neanche all'uno accade nulla?
-L'uno si sveglia un po' di più per sé, ma non cambia nulla, perché nel passaggio si viene sempre considerati ad unanimità e non a singolarità, quindi se ad unanimità non accade niente, può evaporare una goccia nel mare, ma il mare rimane il mare!

Questa tempesta solare in realtà cosa sarebbe?!
-Qui semplicemente diranno che è saltata la corrente, di stare tranquilli che tanto accadrà di giorno, e che entro poche ora, massimo una giornata, torna tutto alla normalità!

In realtà cosa sta succedendo?
-In realtà, il cuore dell'Universo e del Sole sta pulsando di più, quindi aumenta l'attività, però solo le persone fotosensibili sentiranno qualcosa, gli altri...anche perché da noi sarà inverno,quindi almeno qui non sentiranno un gran che con la temperatura bassa, noi saremmo coperti a livello di epidermide, non ci sarà neanche modo di sentire troppo, anche perché se non c'è consapevolezza è come se fosse coperta anche l'anima e non sentirà niente!

La scelta sarebbe quindi tra...?
-Se loro( l 'Umanità ) si rassegnano “alla fine del Mondo” in realtà si rassegano al cambiamento, se invece si rassegano all'idea che è un bufala, non succederà niente, se si dicono che non gli importa, resteranno indifferenti non succederà niente.

Se si rassegnano alla fine del Mondo ci sarà il cambiamento?!
-Sì abbandonano! Il problema è che si abbandonano chiunque potrà venire lì ad interferire, e saranno un po'… quindi quelli consapevoli sapranno di abbandonarsi in maniera consapevole, e sapranno che se arriva lì a interferire sapranno contrastarlo, invece se uno si abbandona senza consapevolezza va nelle mani di chi se lo prende, a seconda di come è stato fino ad adesso!
Uffff... Siamo sul piano peggiore, il più brutto di tutti, il più disordinato e negativo, no ci sono piani peggiori, ma tra i “migliori questo è il peggiore” è come essere nell'ultimo girone del paradiso, c'è ancora troppo confusone!!

Ok, ma se pensi che ci sono altri che stanno all' ” Inferno ” !
-Ho capito, ma loro lo sanno dove stanno, lo vogliono! Mentre qui si è creata veramente una situazione assurda, penso non si sia mia visto una cosa del genere! È come vedere un formicaio, dove in mezzo formicaio ci sono delle termite camuffate, dei ragni camuffati, è pazzesco!

Poi?
-Sto bene solo in mezzo al bosco, che c'è energia che mi distende e che mi tieni lontano dai quei cosi.



martedì 6 marzo 2012

Krishnamurti: La Giusta Azione


Domanda: Perché spreca il suo tempo predicando invece di aiu­tare il mondo in modo pratico?
KRISHNAMURTI: Ora, che cosa intendete per «pratico»? Volete dire: provocare un cambiamento nel mondo, un migliore ordi­namento economico, una migliore distribuzione della ricchez­za, un rapporto migliore, o  per metterla in un modo più brutale, l’aiutarvi a trovare un lavoro migliore. Volete vedere un cambiamento in questo mondo, lo vuole ogni uomo intelligente, e volete un metodo per provocare quel cambiamento; quin­di, mi domandate perché spreco il mio tempo predicando inve­ce di impiegarlo in qualcosa. Ora, quello che sto facendo è veramente una perdita di tempo? Lo sarebbe, non è così?  Se introducessi una nuova serie di idee per rimpiazzare la vecchia ideologia, il vecchio modello. Forse, è ciò che vorreste che io facessi. Ma, invece di indicare un cosiddetto modo pratico di agire, di vivere, di procurarsi un lavoro migliore, di creare un mon­do migliore, non è forse importante scoprire quali siano gli impedimenti che ostacolano veramente una rivoluzione reale, non una rivoluzione della Sinistra o della Destra, ma una rivolu­zione fondamentale, radicale, non basata sulle idee? Perché, da come ne abbiamo discusso, gli ideali, le credenze, le ideologie, i dogmi ostacolano l’azione. Non può esserci una trasformazione del mondo, una rivoluzione finché l’azione si basi sulle idee, perché in quel caso essa è soltanto reazione; perciò le idee di­ventano molto più importanti dell’azione, ed è esattamente quanto sta avvenendo nel mondo, non è così? Per agire, dob­biamo scoprire gli impedimenti che ostacolano l’azione. Ma la maggior parte di noi non vuole agire, sta in ciò la nostra diffi­coltà. Preferiamo discutere, preferiamo rimpiazzare un’ideolo­gia con un’altra, e così fuggiamo dall’azione mediante l’ideolo­gia. Sicuro, è molto semplice, no? Il mondo al giorno d’oggi si trova di fronte a molti problemi: sovrappopolazione, fame, divisione della gente in nazionalità e classi, e via dicendo. Perché non c’è un gruppo di persone sedute insieme a cercare di risol­vere i problemi del nazionalismo? Ma se cerchiamo di diventare internazionali mentre ci attacchiamo alla nostra nazionalità, creiamo un altro problema, ed è ciò che fa la maggior parte di noi. Vedete, dunque, che gli ideali ostacolano realmente l’azio­ne. Uno statista, un’eminente autorità, ha detto che il mondo può essere organizzato e tutta la gente sfamata. Allora perché non è stato fatto? A causa delle idee conflittuali, delle credenze e dei nazionalismi. Quindi, le idee, di fatto, impediscono di sfamare la gente, e la maggior parte di noi si trastulla con le idee, e pensa che siamo dei tremendi rivoluzionari, e si ipnotizza con parole come «pratico». Ciò che conta è liberarci dalle idee, dai nazionalismi, da tutte le credenze religiose e i dogmi, affinché sia possibile agire, non conformemente a un modello o a una ideologia, ma a seconda delle necessità; e, sicuramente, far notare gli intralci e gli impedimenti che ostacolano un’azione simi­le non è una perdita di tempo, non si tratta di un mucchio di chiacchiere. Ciò che state facendo è, evidentemente, un’assur­dità. Le vostre idee e credenze, le vostre panacee politiche, eco­nomiche e religiose, dividono le persone e conducono alla guerra. È solo quando la mente si è liberata dell’idea e della credenza che può agire rettamente. Un patriota, un nazionalista non può mai sapere che cosa sia essere fraterno, sebbene ne possa parlare; le sue azioni, al contrario, in senso economico e in ogni direzione, conducono alla guerra. Può esserci, così, la giusta azione e, quindi; una trasformazione radicale, duratura, solo quando la mente si è liberata delle idee, non superficialmente, ma fondamentalmente, e la libertà dalle idee può realiz­zarsi soltanto tramite la consapevolezza e la conoscenza di sé.

martedì 28 febbraio 2012

Krishnamurti: Conoscenza di sé e meditazione



L’altro giorno, quando ci siamo incontrati qui, parlavamo della necessità di una rivoluzione totale – una rivoluzione che fosse insieme interiore ed esteriore. Dicevamo che l’ordine è essen­ziale per avere la pace nel mondo; ordine non solo esteriore ma soprattutto interiore. Tale ordine non è mera routine. L’ordine è una entità vivente che non può determinarsi mediante la mera intellezione, mediante le ideologie, con svariate forme di comportamento coercitivo. Dicevamo anche che il pensiero, che è stato il vecchio, non può funzionare senza il modello che ha instaurato nel passato. Il pensiero è sempre il vecchio. Il pensiero non può assolutamente fare ordine, perché l’ordine, come dicevamo, è una entità vivente. Ed è il pensiero che ha arrecato disordine nel mondo.

L’abbiamo approfondito, credo, a sufficienza l’altro giorno. Dicevamo che dobbiamo considerare non che cosa è l’ordine, ma piuttosto che cosa arreca disordine. Perché nel momento in cui siamo in grado di capire che cos’è il disordine, di perce­pirlo davvero e di vedere, non solo intellettualmente ma effet­tivamente, l’intera struttura del disordine, allora, nella com­prensione totale di quel disordine, verrà l’ordine.

Penso sia importante comprendere questo punto. Poiché la maggior parte di noi ritiene che l’ordine possa essere determi­nato con la ripetizione e che, se potete recarvi in ufficio per i prossimi quarant’anni, essere un ingegnere o uno scienziato che opera nell’ambito di una routine, state apportando l’ordi­ne. Ma la routine non è ordine: la routine ha generato il disor­dine. Abbiamo disordine sia esternamente sia internamente. Penso non ci siano dubbi al riguardo. C’è un caos generale, sia all’esterno, sia all’interno. L’uomo brancola nella ricerca di una via d’uscita da questo caos, chiedendo, domandando, ri­cercando nuovi capi; e se riesce a trovare un nuovo leader, po­litico o religioso, lo seguirà. Vale a dire che l’uomo è disposto a seguire una routine instauratasi meccanicamente, uno scopo, un sistema.

Ma quando si osserva il modo in cui questo disordine si è ori­ginato, si vede che dovunque ci sia stata autorità, specialmente autorità interiore, il disordine è inevitabile. Si accetta l’autorità interiore di un altro, di un insegnante, di un guru, di un libro, e via dicendo. Vale a dire che, seguendo un altro ,i suoi pre­cetti, i suoi detti, i suoi comandi e la sua autorità – si spera di determinare l’ordine entro di sé in modo meccanico. Per avere la pace, l’ordine è necessario. Ma l’ordine che noi creiamo nel ricercare o nel seguire un’autorità genera il disordine. Potete osservare ciò che sta avvenendo nel mondo, in special modo in questo paese, dove regna ancora l’autorità, dove l’autorità interna, l’esigenza, l’impulso di seguire qualcuno è fortissimo e fa parte della tradizione, della cultura. Ecco perché vi sono tanti àsrama, grandi o piccoli, che sono veri e propri campi di concentramento. Poiché lì vi si dice esattamente cosa fare. C’è l’autorità dei cosiddetti leader spirituali. E come in tutti i campi di concentramento, cercano di distruggervi, di modellarvi in un nuovo stampo. I comunisti in Russia, i regimi dittatoriali, creano dei campi di concentramento per mutare l’opinione, il modo di pensare, per forzare la gente. Ed è esattamente ciò che sta accadendo. Più c’è caos nel mondo più sorgono i co­siddetti àsrama, che sono sostanzialmente campi di concentramento per raggirare le persone, per plasmarle, per costringerle entro certi modelli, promettendo loro un futuro meraviglioso. E gli stolti lo accettano. Accettano perché in tal modo hanno una sicurezza psicologica. Il capo, il commissario, il guru, l’au­torità dice loro esattamente cosa fare; ed essi lo faranno di buon grado, perché è stato loro promesso il paradiso, o chec­chessia e, nel frattempo, ne ricavano una sicurezza fisica. Que­sto tipo di obbedienza meccanica – qualsiasi obbedienza è meccanica – provoca un grande disordine, come si deduce dalla storia e dai casi quotidiani della vita.

Così, per la comprensione del disordine, vanno comprese le cause del disordine. La causa primaria del disordine è il perse­guimento o la ricerca di una realtà che qualcun altro promette. Dato che la maggior parte di noi si trova nella confusione, nell’agitazione, preferiamo seguire meccanicamente qualcuno che ci assicurerà una comoda vita spirituale. E una delle cose più singolari che, politicamente, ci si opponga alla tirannia, alla dittatura. Più la gente è liberale, civilizzata, libera e più aborre, detesta la tirannia, politicamente ed economicamente; tuttavia, interiormente accetterebbe l’autorità, la tirannia altrui. Vale a dire, distorciamo le nostre menti, i nostri pensieri e il nostro modo di vivere, per adattarci a un certo modello stabilito da qualcuno come la via che conduce alla realtà. Quando lo faccia­mo, stiamo distruggendo la chiarezza, perché la chiarezza o la luce deve essere scoperta da sé, non per mezzo di qualcun altro, non attraverso un libro, non grazie a qualche santo. Per lo più, i santi sono esseri umani contorti. Poiché essi conducono la co­siddetta vita semplice, gli altri ne restano fortemente impressio­nati; ma le loro menti sono distorte e creano ciò che ritengono sia la realtà.

Ma per comprendere davvero il disordine, si deve comprendere per intero la struttura dell’autorità, non solo interiormente, ma anche esteriormente. Non si può negare l’autorità esterna. È necessaria. È essenziale per ogni società civilizzata. Ma ciò che stiamo dicendo riguarda l’autorità altrui, inclusa quella di chi parla. Può esserci ordine solo quando comprendiamo il disordine che ciascuno di noi apporta, poiché facciamo parte della società; abbiamo creato la struttura della società, e in quella società siamo intrappolati. Noi, come esseri umani che hanno ereditato gli istinti animali, dobbiamo trovare, quali esseri umani, luce e ordine. E non possiamo trovare quella luce e quell’ordine, o quella comprensione, per mezzo di qualcun al­tro – non importa di chi si tratti – perché le esperienze altrui possono essere false. Ogni esperienza va messa in dubbio, che sia la propria o quella di qualcun altro. L’esperienza è la conti­nuazione di un fascio di memorie, che traduce la risposta a una provocazione sulla base del proprio condizionamento. In altre parole, l’esperienza è – non è vero? – rispondere a una provocazione, e quell’esperienza può rispondere solo confor­memente al proprio retroterra culturale. Se sei un hindú, o un musulmano, o un cristiano, sei condizionato dalla tua cultura, dalla tua religione, e quel retroterra si proietta in ogni forma di esperienza. E più sei intelligente nell’interpretare quell’espe­rienza, maggiormente vieni rispettato, è ovvio, con tutto ciò che ne consegue, tutto il circo.

Dobbiamo, quindi, mettere in discussione, dobbiamo dubitare, non solo dell’esperienza altrui, ma anche della nostra pro­pria esperienza. Ricercare ulteriore esperienza attraverso l’espansione della coscienza, cosa che viene fatta per mezzo di svariate forme di droghe psichedeliche, si situa ancora nell’am­bito della coscienza ed è, dunque, molto limitato. Così, una persona che sia in cerca di una qualsiasi forma di esperienza – in special modo la cosiddetta esperienza religiosa, spirituale – deve non solo metterla in discussione, dubitarne, bensì accan­tonarla del tutto. Una mente limpidissima, una mente piena d’attenzione e di amore, una simile mente perché dovrebbe necessitare ancora di una qualche esperienza?

Il vero non può essere sollecitato. Potete praticare tutta la preghiera, tutto il controllo del respiro che volete, e tutti quegli stratagemmi che gli esseri umani mettono in atto al fine di sco­prire qualche realtà, qualche esperienza, ma la verità non può essere sollecitata. Può scaturirne ciò che è misurabile, ma non l’incommensurabile. E un uomo che persegua ciò che non può essere compreso da una mente condizionata, genera disordine, non solo all’esterno ma anche all’interno.

L’autorità va, dunque, messa completamente da parte, e si tratta di una delle cose più difficili a farsi. A partire dall’infan­zia, veniamo guidati dall’autorità – l’autorità della famiglia, della madre, del padre, l’autorità della scuola, dell’insegnante, e così via. È necessario che ci sia l’autorità di uno scienziato, di un tecnologo. Ma la cosiddetta autorità spirituale è una cosa dannosa ed è una delle maggiori cause di disordine, perché è ciò che ha diviso il mondo in varie forme di religioni, in varie forme di ideologie.

Quindi, per liberare la mente da ogni autorità, ci si deve cono­scere; deve esserci, cioè, la conoscenza di sé. Non intendo il sé supremo o l’Atman, che sono invenzioni della mente, inven­zioni del pensiero, invenzioni scaturite dalla paura. Stiamo parlando di conoscenza di sé: conoscere se stessi realmente come si è, non come si dovrebbe essere; vedere che si è stupidi, paurosi, ambiziosi, crudeli, violenti, avidi; vedere i moventi dietro il proprio pensiero, i moventi dietro la propria azione – cosa che è il primo stadio del conoscersi. Se non conoscete voi stessi, come opera la struttura della vostra mente, come perce­pite, che cosa pensate, quali sono i vostri moventi, perché fate certe cose e ne evitate altre, in che modo perseguite il piacere; a meno che non capiate essenzialmente tutto questo, siete capaci di ingannarvi, di far del male, non solo a voi stessi, ma anche agli altri. E senza questa basilare conoscenza di sé, non può esserci meditazione, della quale parlerò tra poco.

Sapete, i giovani in ogni parte del mondo stanno rifiutando, si stanno ribellando contro l’ordine costituito – un ordine che ha reso il mondo brutto, mostruoso, caotico. Ci sono state guerre e, per un lavoro, ci sono migliaia di persone. La società è stata costruita dalla generazione passata, con le sue ambizioni, la sua avidità, la sua violenza, le sue ideologie. La gente, specialmente i giovani, rifiuta tutte le ideologie – forse non in questo paese, perché non siamo abbastanza progrediti, abbastanza ci­vilizzati per rifiutare ogni autorità, ogni ideologia. Ma, nel ri­fiutare le ideologie, stanno creando il loro proprio modello di ideologia: capelli lunghi, e tutto il resto.

La mera rivolta, dunque, non dà una risposta al problema. Ciò che risponde al problema è fare ordine in se stessi, un ordine vivente, non una routine. La routine è mortale. Entrate in un ufficio non appena uscite dalla scuola secondaria – se ottenete un lavoro. Poi, per i successivi quaranta, cinquant’anni vi recate ogni giorno in ufficio. Sapete che accade a una mente del genere? Avete instaurato una routine, e la ripetete; e incorag­giate vostro figlio a ripeterla. Qualunque uomo al mondo deve ribellarsi contro di essa. Ma voi direte: «Ho una responsabi­lità; nella situazione in cui mi trovo, non posso abbandonarla, anche se mi piacerebbe farlo». E così il mondo va avanti, ripetendo la monotonia, il tedio della vita, la sua totale vacuità. A tutto ciò l’intelligenza si ribella.

Deve esserci, così, un nuovo ordine, un nuovo modo di vivere, Per realizzare quel nuovo ordine, quel nuovo modo di vivere, dobbiamo comprendere il disordine. È soltanto per mezzo della negazione che comprendete il positivo, non con il perseguimento del positivo. Capite, signori? Quando rifiutate, accantonate ciò che è negativo; quando comprendete per intero il disordine sociologico e interiore che gli esseri umani hanno creato; quando capite che finché ciascun essere umano è ambi­zioso, avido, invidioso, competitivo, in cerca di posizione, pote­re, autorità, crea il disordine; e quando comprendete la struttu­ra del disordine – proprio quella comprensione determina la disciplina, una disciplina che non è repressione, né imitazione. Dalla negazione scaturisce la corretta disciplina, che è ordine.

Comprendere se stessi, quindi, è l’inizio della saggezza. La sag­gezza non si trova nei libri, né nell’esperienza, né nel seguire qualcun altro, né nel ripetere una quantità di banalità. La sag­gezza perviene a una mente che comprende se stessa, che com­prende come è nato il pensiero. Avete mai esaminato o chiesto: qual è l’inizio del pensiero, come si origina il pensiero? Si trat­ta di una cosa importantissima da capire. Perché se siete in grado di comprendere l’inizio del pensiero, allora forse potete ritrovare una mente che non è oppressa dal pensiero in forma di ripetizione di ciò che è stato. Come dicevamo, il pensiero è sempre vecchio, il pensiero non è mai nuovo. A meno che non scopriate da voi – non ripetere ciò che qualcuno dice, chiunque esso sia – a meno che non scopriate da soli l’inizio del pensiero, come un seme che produce una foglia verde, non vi è possibile trascendere le limitazioni di ieri.

E per scoprire l’inizio del pensiero deve esserci la comprensio­ne di se stessi, ma non mediante l’analisi. L’analisi richiede tempo, come togliere gli strati a una cipolla a poco a poco. Pensiamo di poter comprendere mediante l’analisi, mediante l’introspezione, mediante il perseguimento di una particolare idea che è sorta ed esaminandone la causa – e tutto ciò richie­de tempo. Ora, quando usate il tempo come un mezzo di com­prensione, il tempo provoca disordine. Quindi, il tempo è dolore. Capite? Se vi prendete tempo per sbarazzarvi della violenza che è in voi, avete stabilito come meta, come ideolo­gia, che dovete liberarvi di essa e che, per raggiungere tale me­ta vi occorre del tempo e vi tocca coprire lo spazio tra la vio­lenza e quello stato in cui non c’è violenza. Quando avete tempo per sbarazzarvi della violenza, continuate a spargere i semi della violenza – il che è un fatto evidente. Se dite a voi stessi: «Non sarò ambizioso quando avrò raggiunto il massi­mo», nel frattempo, state spargendo i semi della crudeltà di un uomo ambizioso. La comprensione di se stessi, quindi, non dipende dal tempo, dev’essere istantanea. L’approfondiremo an­cora un po’.

Stiamo dicendo che il mondo, com’è oggi, è nel caos. Ci sono guerre, attività ripetitive, la faccenda delle chiese – tutto ciò ha provocato molto danno nel mondo, il cui perpetuarsi è disor­dine. Per determinare l’ordine, dobbiamo capire la struttura del disordine. È una delle principali strutture di tale disordine è l’autorità. Seguite l’autorità a causa della paura. Dite: «Io non so; tu sai; per favore, dimmi tu che fare». Non c’è nessuno che ve lo possa dire. Quando ve ne rendete conto, e quando vi accorgete di dover scoprire proprio tutto da soli, interiormen­te, psicologicamente, allora non c’è leader, non c’è guru, non c’è filosofo, non c’è santo che vi aiuterà, perché essi operano ancora al livello del pensiero. Il pensiero è sempre vecchio; il pensiero non è una guida.

Scopriremo, così, l’origine, l’inizio del pensiero; e questo è im­portante. Per favore, prestate ascolto, non meramente alle parole. Sapete che cosa vuol dire ascoltare? Che voi ascoltate non al fine di apprendere. Non ascoltate per apprendere, ma fatelo con abnegazione, in modo da vedere da soli il vero o il falso. Ciò significa che non dovete né accettare né rifiutare. Il che non vuol dire che dobbiate avere una testa bucata, nella quale si possa versare tutto e nulla venga trattenuto. Al contrario, poiché state ascoltando, siete estremamente sensibili e, quindi, assai critici. Ma il vostro giudizio critico non si baserà sulla vostra opinione in quanto opposta a un’altra opinione, il che è il processo del pensiero. Per favore, ascoltate come se ascoltaste quei corvi, senza simpatia o antipatia; ascoltate soltanto il rumore di quel ragazzo che sta martellando qualcosa, senza irritarvi, senza perdere l’attenzione. Quando ascolterete in un modo così completo, scoprirete di non aver nient’altro da fare. Solo l’uomo che sta sulle rive del fiume specula sulla bellezza della corrente. Quando ha abbandonato la riva ed è nella corrente, non c’è alcuna speculazione, alcun pensiero; c’è soltanto movimento.

Per comprendere ciò in cui ci addentreremo – che è l’origine, il principio del pensiero – ci si deve comprendere, ossia, si deve apprendere su se stessi. Acquisire conoscenza su di sé e ap­prendere su di sé sono due cose diverse. Potete accumulare conoscenza su di voi osservandovi, esaminandovi. E da quel che avete imparato, dall’accumulazione, cominciate ad agire; quindi, in quell’azione state acquisendo ulteriormente. Capite? Quel che avete imparato, quel che avete accumulato è già nel passato. Ogni accumulazione è nel passato, e dal passato cominciate a osservare e ad accumulare ancora. Mentre l’ap­prendimento non è accumulazione. Apprendimento significa che come vedete, vi mettete ad agire; quindi, non c’è residuo nel vostro apprendimento, ma apprendimento continuo. L’apprendimento è un presente-attivo della parola, non il presente-passato. Apprenderemo, ma non da ciò che è stato accumulato. Nell’imparare una lingua, dovete accumulare. Dovete conoscere le parole, dovete apprendere i vari verbi, e così via; e dopo averli imparati, cominciate a usarli. Qui non è affatto così. Il vedere un pericolo determina un’azione immediata. Quando vedete un pericolo, un precipizio per esempio, c’è un’azione immediata.

Ciò che faremo, dunque, è scoprire, comprendere l’inizio, l’origine del pensare. E per farlo, dovete ascoltare e lasciarvi andare, il che significa che dovete prestare attenzione. L’atten­zione è possibile solo quando state indagando a fondo – vale a dire, quando siete realmente liberi di indagare e non siete vincolati a ciò che la gente ha detto, e così via.

Ora, tutta la vita è energia, è un movimento incessante. E quell’energia nel suo movimento crea un modello che si basa sull’autodifesa e sulla sicurezza – ossia, sulla sopravvivenza. L’energia, il movimento, il restare presi in un modello di so­pravvivenza, e la ripetizione di quel modello: questo è il prin­cipio del pensiero. Il pensiero è mente. L’energia è movimento, quel movimento che resta invischiato nel modello di sopravvivenza, ed è la ripetizione della sopravvivenza nel sen­so di piacere, di paura – tale è l’inizio del pensiero.

Il pensiero è la risposta della memoria accumulata, del cumulo di modelli – vale a dire di ciò che fate come hindú, musulmani, parsi, cristiani, comunisti, socialisti, e via dicendo. Il nostro modo di operare si basa su qualche modello, e la ripetizione di quel modello è la ripetizione del pensiero, un ripetersi che av­viene più volte. Il che è ciò che fate come hindú, come musul­mani o come parsi – il modello instaurato con la ripetizione quale sopravvivenza, nella struttura di una cultura che è hindú, musulmana o parsi. Questo è quanto sta realmente accadendo in ognuno. Il pensiero ha sempre instaurato un mo­dello, e se quello vecchio non è adeguato, ne instaura un altro. Se il capitalismo non funziona, allora funziona il comunismo, che è un nuovo modello. Oppure, se l’induismo o il cristianesi­mo non vanno bene, voi strutturate un nuovo modello.

Quindi, la ripetizione di quel modello condiziona le stesse cel­lule cerebrali, che sono materia. Il pensiero è materia. Lo si può scoprire per conto proprio. Lo dovete scoprire, e non perché chi parla ve lo sta dicendo – il che non avrebbe il benché minimo valore. Sarebbe simile al caso di un uomo affamato a cui si dicesse quant’è meraviglioso il cibo, e che venisse nutrito di teorie. È quanto sta avvenendo in questo paese; siete nutriti di teorie e ideologie – l’ideologia buddhista, l’ideologia hindú, quella di ankaràcàrya, e così via. Le vostre menti, quindi, sono vuote. Vi cibate di parole; ecco il perché del disordine. Ec­co perché tutto ciò va scartato, affinché possiamo ricominciare. Per ricominciare occorre capire per intero tale struttura del pensiero. Ora, capite tale struttura del pensiero solo quando cominciate a comprendere voi stessi in quanto movimento vi­vente – non «comprendere per aggiungere», nel qual caso si tratterebbe di una cosa morta. Siete delle creature viventi nell’ambito della struttura di una cultura, e quella cultura, quella tradizione, quell’autorità vi ha in pugno. E nell’ambito di quella struttura di coscienza risiede il disordine. Compren­dere tutto questo processo e andar assai oltre ,il che è quanto faremo adesso, è meditazione.

La meditazione non è la formula ripetitiva dei mantra, del respirare con regolarità, del sedere in una qualche postura, pra­ticando la consapevolezza, l’attenzione – tutto ciò è del tutto meccanico. Stiamo parlando di una cosa viva. E voi avete pra­ticato queste cose meccaniche per secoli. Quelli che le hanno praticate sono morti, e le loro visioni sono proiezioni dal loro proprio passato, dal loro proprio condizionamento. Ma noi stiamo parlando di una meditazione viva, non di una medita­zione meccanica, ripetitiva, disciplinare. Se non sapete che cos’è la meditazione – come se non sapete cos’è la morte – non c’è nessuna cultura nuova, non nasce nulla di nuovo.

Sapete, la cultura è una delle cose più meravigliose, ma non la cultura morta della quale parlate continuamente – la cultura indiana, la cultura hindú – perché quella è sepolta, andata, fi­nita. La cultura viva è ciò che sta accadendo realmente adesso. Vedere la confusione, lo sporco, la terribile miseria, e da ciò crescere e fiorire, quella è cultura, non retrocedere ai vostri progenitori morti.

Scopriremo insieme e insieme intraprenderemo un viaggio all’interno di ciò che è la meditazione. Potete porre questa domanda soltanto quando abbiate realizzato la conoscenza di voi stessi. Non potete domandare: «Che cos’è la meditazione?» se non vi conoscete, se non avete una comprensione di voi stessi, se non vi siete presi in esame il più possibile. Come dicevo, «il prendersi in esame» è istantaneo; la totalità di voi stessi è rivelata all’istante, non nel tempo. Potete effettivamente vedere con i vostri occhi un albero, un fiore, un essere umano accanto a voi. Non potete vedere la totalità di quell’albero o dell’essere umano accanto a voi se avete di essi un’immagine. È evidente. E solo quando non c’è l’immagine che potete vedere comple­tamente. L’immagine è l’osservatore, è il centro da cui osservate. Quando c’è un centro da cui voi osservate, c’è uno spazio tra l’osservatore e l’osservato. Non dovete prestare un’atten­zione esagerata a quanto viene detto; non avete che da osser­varlo voi stessi. Fintanto che c’è un’immagine di vostra moglie, di vostro marito, di un albero, di qualche cosa, è l’immagine il centro che sta guardando. C’è, così, una frattura tra l’osservatore e l’osservato. È importante comprenderlo. L’approfondi­remo subito.

Innanzitutto, liberiamoci delle idee errate sulla concentrazio­ne. Una delle asserzioni preferite di colui che medita o del maestro che pratica o insegna la meditazione è che la gente debba imparare la concentrazione – ossia, concentrarsi su un pensiero, scacciare tutti gli altri e fissare la propria mente soltanto su quell’unico pensiero. Questa è una cosa veramente stupida. Perché, quando lo fate, state meramente opponendo resistenza, state ingaggiando una battaglia tra la pretesa di concentrarvi su una cosa e il vagare della mente a ogni altro genere di cosa. Mentre dovete prestare attenzione non solo all’unico pensiero ma anche a dove divaga la mente, totalmen­te attenti a ogni movimento della mente. Ciò è possibile solo quando non respingete un qualche movimento, quando non dite: «La mia mente divaga, la mia mente è distratta». Non c’è niente come la distrazione. Perché il divagare della mente è indice del suo essere interessata a qualcos’altro.

Va così compresa l’intera faccenda del controllo. Ma, sfortuna­tamente, non possiamo addentrarci in essa questa sera, dato che non ne abbiamo il tempo. Noi esseri umani siamo così controllati, siamo delle entità morte. Ciò non vuol dire che dobbiamo lanciarci a fare ciò che vogliamo – cosa che faccia­mo in ogni caso, di nascosto. Ma, con l’amore, giunge una di­sciplina. Approfondirò ciò molto rapidamente.

La meditazione non è il controllo del pensiero. La meditazio­ne, quando il pensiero viene controllato, genera nella mente soltanto conflitto. Ma quando comprendete la struttura del pensiero e la sua origine, allora il pensiero non interferirà, come vi ho appena spiegato. Vedrete, perciò, che il pensiero ha il suo posto – ossia, dovete andare in ufficio, dovete recarvi a casa, parlare una lingua: in tal caso il pensiero deve essere all’opera. Ma quando abbiate compreso l’intera struttura del pensare, quella stessa comprensione è disciplina, e non è imi­tazione, non ha nulla a che fare con la repressione.

Le cellule del cervello sono state condizionate a sopravvivere all’interno di un dato modello, come hindu, musulmano, parsi, cristiano, cattolico o comunista. Poiché per secoli e secoli il cervello è stato condizionato a sopravvivere, ha il modello della ripetizione; così, il cervello stesso diventa il principale fattore di un’indagine senza tregua. Ve ne renderete conto da soli quando l’approfondirete.

Il problema, quindi, è provocare una quiete assoluta nelle cellu­le cerebrali stesse, il che significa assenza della ricerca di impor­tanza e di permanenza del sé. Capite? Dobbiamo sopravvivere a livello fisico e morire a livello psicologico. È solo quando a livello psicologico avviene la morte dei mille ieri che le cellule ce­rebrali sono quiete. E ciò non può realizzarsi con nessuna forma di manipolazione del pensiero, di ripetizione di mantra – cosa che è immatura. Ma giunge solo quando comprendete l’in­tero movimento del pensiero, ossia voi stessi. Le cellule cere­brali si fanno, dunque, straordinariamente quiete, prive di qual­siasi movimento che non sia rispondere alle reazioni esterne.

Essendo, dunque, quieto il cervello stesso, la totalità della mente è del tutto silenziosa, e quel silenzio è una cosa viva. Non è il prodotto di nessun guru, di nessun libro, di nessun àsrama, di nessun leader, di nessuna autorità, di nessuna dro­ga. Potete assumere una droga, una sostanza chimica, per acquietare la vostra mente, oppure ipnotizzarvi al fine di essere quieti. Ma ciò non è la calma viva di una mente che si è adden­trata a fondo in se stessa e che è, dunque, tremendamente attenta, estremamente sensibile. È solo una mente simile che può comprendere che cos’è l’amore. L’amore non è desiderio o piacere. Tutto ciò che abbiamo e che chiamiamo amore è de­siderio e piacere. «Amo mia moglie, amo il mio Dio», e via dicendo – tutto ciò si basa su paura, piacere e sensazione.

Un uomo che abbia, quindi, compreso e che si sia addentrato davvero in ciò, farà sì che ci sia ordine per prima cosa in se stesso. Se c’è ordine dentro gli uomini, c’è ordine nel mondo. Se ciascuno di voi farà veramente ordine in se stesso, avrete un ordine vivo, una nuova società, una nuova vita. Ma per farlo dovete distruggere i vecchi modelli di vita. I vecchi modelli di vita non possono essere spezzati se non con la comprensione di voi stessi, e da quella comprensione giunge l’amore.

Sapete, l’uomo ha parlato all’infinito dell’amore: ama il tuo prossimo, ama Dio, sii benevolo. Ma attualmente, voi non sie­te né benevoli, né generosi. Siete talmente concentrati su voi stessi che non avete amore. E senza amore c’è solamente dolore. Non è un semplice aforisma da ripetere, a vostra disposi­zione. Dovete trovarlo, vi dovete imbattere in esso. A tal fine dovete lavorare duramente. Dovete lavorare con la compren­sione di voi stessi, senza sosta, con passione. La passione non è lussuria; un uomo che non sappia che cos’è la passione non co­noscerà mai l’amore. L’amore si origina solo quando c’è ab­bandono totale del sé. E solo l’amore può far sorgere l’ordine, una nuova cultura, un nuovo modo di vita.

Terzo Discorso a Bombay